UOMINI DELLA TONNARA – Peppino di Felice– Il Muciaru
Giuseppe Cambria , fu Felice, era nato nel 1910 a Vaccarella. Iniziò sin da ragazzo sotto la guida del padre a divenire un uomo di Tonnara di talento, punto di riferimento a Milazzo e conosciuto in molte tonnare in Sicilia. Era stato Vicerais nel 1939 nella tonnara dei Del Bono a Milazzo . La sua specialità era la costruzione e gestione dell’edificio di reti , una architettura complessa fatta di cime di varie natura, dal cocco alla canapa,dalla manilla al nylon . Peppino con le sue mani era un artista nel tessere e costruire le maglie di ogni singola camera della tonnara, che stagione dopo stagione dovevano essere : riparate , calate , rimessate, e riposizionate per i successivi utilizzi e se non si aveva testa per ben ordinare tutta questa mole immensa di materiale , erano guai l’anno successivo. Nelle sue mente erano scolpite le dimensione geometrie e sezioni dei cavi necessari, la larghezza differenziata delle maglie variabili di ogni singola rete , porta o culica della tonnara, la memoria delle ancore da utilizzare necessarie per gli ancoraggi , rispetto ai quadranti della tonnara , da impiegare sulla esatta conoscenza dei carichi di vento e mare del tratto interessato . Era insomma l’architetto, costruttore e manutentore di ogni cosa ed era incredibile la magia con cui sapeva dimensionare ed ordinare l’esatto quantitativo di materiale per ogni tipo di rete, di cima , galleggiante o zavorra che fossero. La sua chiamata in forza anno per anno era scontata, in quanto insostituibile per qualsiasi Rais . Era un insieme di tre doti : carisma , lealtà e fierezza. Vestito pesava poco più di 50 kg. Ma nelle sue vene non scorreva sangue , ma nitroglicerina! La sua forza dialettica ed I suoi attacchi di collera per una cattiva parte od un azione sbagliata erano esplosivi . Nella vita comune sulle spiagge del Tono , come a Vaccarella, guai a fare un torto ad un marinaio , diventava un vero tribuno capace di farsi scannare pur di difendere un giusto principio o diritto , per un marinaio giovane od anziano, che era pronto a difendere come un leone . Si racconta che nella vecchia Capitaneria in fondo al Molo Marullo , quando dalle finestre lo vedevano arrivare a piedi al piccolo trotto sulla banchina , nero in faccia, erano seri guai nella sezione pesca e naviglio Non era mai offensivo, ma implacabilmente e razionalmente furioso per la difesa dei suoi diritti o di chi rappresentava, capace anche di gesti eclatanti . Peppino Felice , era un uomo all’antica con fondamentali impressi : famiglia ,lavoro , onore e rispetto . Quando durante l’anno non era impiegato alla tonnara , era un marinaio che andava da solo a pescare con le sue “battùgglie” od altre reti che approntava da solo e se non poteva scendere a mare, sedeva sulla sedia del terrazzino della sua casa nella Salita dei Cappuccini a Vaccarella, scrutando l’orizzonte del suo mare, insieme alla sua beneamata moglie ed ai suoi figli e nipoti . Amava parlare sempre di Tonnare, ma solo con chi lo sapeva capire e rispettare . Era nato lo stesso giorno di mio padre il 21 luglio , a cui rimase molto legato durante e dopo il suo trascorso di comproprietario , ed ogni anno in quel giorno era una festa congiunta tra due uomini che si stimavano e rispettavano . Lui per me in casa nostraè stato sicuramente come un familiare, come uno zio. Era innamorato dell’America dove spesso negli anni 70 andava a trovare sua figlia ed i suoi nipoti , permanendo alcuni mesi in inverno ed i compaesani italo-americani , lo portavano a mare sulla costa orientale dell’Atlantico e non volevano farlo tornare indietro, per la competenza e maestria marinara che portava con se e che sapeva divulgare agli altri con 4 vocaboli d’inglese , sicilianizzato.

Dopo gli ottanta anni non andò più a mare , stava sempre con i marinai ed appena vedeva i giovani riparare le reti sulle banchine, tirava fuori dal suo taschino il nylon e si univa a loro insegnando , silenziosamente , a riparare con maestria le reti E’ grazie alla suo impegno che sono rimasti gli schemi del “calato” e quei racconti e quei canti tramandati della “ciurma” che sono ancora oggi divulgati in internet sotto il suo nome . Dal 2003 l’anno della sua morte, una pagina importante della marineria di Milazzo si è chiusa, certamente non il suo ricordo o i tanti suoi episodi di vita vissuta che continuano a tramandarsi da parte di quei fortunati che lo hanno apprezzato , conosciuto ed amato.

 

TONNARA PADRE PEPPINO DEMOLITO

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